I video emozionali in quarantena sono molto simili tra loro

video emozionali: nell'immagine la sagoma di una casa e di un albero

La pubblicità ai tempi del Coronavirus

Avrete sicuramente fatto caso a come gli spot di Lavazza realizzato da Armando Testa, di FCA letto da Alessandro Gassman o di Samsung, Lexus o addirittura Facebook usciti nel periodo del lockdown abbiano mood, tipologie di immagini e schemi narrativi molto simili tra loro.
Ci sono due principali ragioni per cui questo avviene: una psicologica, l’altra squisitamente tecnica.

La prima riguarda il momento comune che tutta l’umanità ha vissuto e sta vivendo, con implicazioni emotive estremamente forti: la paura, l’incertezza e la speranza di poter tornare a come era prima, affidandosi a qualcuno (il brand) che c’è stato prima e ci sarà di nuovo dopo.
Questa visione è stata fortemente stimolata da chi si occupa di comunicazione, facendo leva su quella che viene definita intelligenza emotiva, o intelligenza sociale, cioè la capacità di relazionarsi con gli altri in maniera costruttiva e socialmente compatibile (per usare la definizione di Wikipedia).

Modus operandi degli spot pubblicitari 

In che modo?
Prima creando il “vuoto”, con immagini di città deserte e attività ferme (la crisi), poi individuando un elemento in grado di suscitare empatia (l’eroe di questo viaggio) che quasi sempre rappresenta il brand (un corriere, un medico, un cliente o utente del prodotto o servizio) e infine presentando la soluzione (l’epilogo).
Se ci fate caso, le strutture narrative dei video che ho citato si assomigliano tantissimo anche per un’altra e fondamentale ragione: i soggetti da riprendere.
Con gli studios chiusi, gli attori a casa e l’obbligo di indossare mascherine e mantenere il distanziamento sociale, molti si sono orientati verso immagini generiche, in alcuni casi prese addirittura da contenuti editoriali (i due ragazzi che si baciano a terra di Lavazza), da librerie di stock e da prosumer, consumatori del prodotto stesso che non si limitano ad interagire passivamente ma partecipano attivamente alla vita aziendale della loro marca preferita.

Un esempio pratico dello schema narrativo pubblicitario

Non siete convinti?
Guardate questo montaggio realizzato da La Stampa:

Una riflessione

La domanda che mi pongo allora è: con pochi mezzi tecnici e forti condizionamenti esterni, a cosa vi potete affidare per realizzare video che si distinguano?

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