In viaggio con la mente: un documentario sulla salute mentale in America Latina

Tavolo con computer di un centro di salute mentale in America Latina - In viaggio con la mente, documentario sulla salute mentale

Keymotions nasce con l’intento di raccontare storie attraverso le immagini e i suoni, narrazioni che prendono vita dalla realtà che ci circonda, anche quella invisibile, stigmatizzata, spesso nemmeno nominata, allo scopo di mostrare il mondo per quello che è: un’insieme di persone, ognuna di esse con le proprie emozioni, belle o brutte che siano. Per questo motivo quando siamo venuti a conoscenza del progetto di Chiara e Federico, ci siamo offerti immediatamente di produrre il loro documentario, creando il percorso narrativo a posteriori, dopo aver visualizzato il materiale girato, e studiando una colonna sonora che amplificasse il coraggio di questi due ragazzi nell’addentrarsi in un tema tanto delicato quanto sconosciuto come quello della salute mentale e di come viene affrontata in America Latina.

Locandina del documentario sulla salute mentale in America Latina In viaggio con la mente

“In viaggio con la mente”, un’indagine sugli aspetti sociali e umani della salute mentale

“Capita, la sofferenza capita. ma anche la felicità capita”. Ripartiamo dalla fine di un viaggio per raccontarvi come nasce il progetto “In viaggio con la mente” attraverso alcune domande ai loro protagonisti: Chiara Menescalchi (psicologa clinica), Federico Caruso (professionista del suono e collaboratore di Keymotions), Andrea Sartori e Giacomo Vaghi (rispettivamente fondatori e produttori video e audio di Keymotions).

Chiara e Federico, come è nata l’idea di un viaggio culturale così profondo, alla scoperta di realtà spesso ritenute scomode come quella del disagio psichico, e quali obiettivi desiderate raggiungere con la realizzazione del documentario che verrà presentato il 10 ottobre proprio in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale?

  • Chiara e Federico: Nell’ottobre del 2017 stavamo scendendo le scale. Ragionavamo assieme a voce alta su come avremmo potuto unire un viaggio in Latino America con un progetto etico, il mondo del suono con quello della mente umana. Alla fine Federico, chiudendo la porta, ha detto “Scusa ma se facessimo un documentario sulla salute mentale?”.

La sensazione è stata di quando si apre la porta che sai essere giusta.

Da anni ci frullava in testa l’idea di esplorare il mondo. Un viaggio con la “V” maiuscola, l’avventura di una vita. Ma non volevamo fosse solo un viaggio da turisti, senza contati con la vita quotidiana, senza immersioni nella cultura. Volevamo creare qualcosa che fosse umanamente bello, quindi abbiamo scelto di impegnarci a ideare un progetto che fosse etico, solidale, di valore culturale. Come gli ingegneri della Nasa, abbiamo ragionato con quel che avevamo: un ottmo paio di orecchie e una laurea in psicologia.

Di tutto il mondo psicologico, abbiamo scelto un aspetto specifico, quello del dolore in un’esperienza di malattia psichiatrica. Siamo sensibili alla tematica: da anni frequentiamo la Onlus Aiutiamoli (Milano), grazie alla quale abbiamo scoperto la ricchezza del mondo della disabilità psichiatrica. Quanto poco esso sia conosciuto, quanto poco visto e apprezzato. In ogni parte del mondo c’è la sofferenza psichica e volevamo poter dar voce alle vite di persone a noi lontane, da culture sconosciute ma con le quali condividiamo lo stesso dolore, la stessa forza, gli stessi pensieri.

Il 10 ottobre vorremmo che fosse una festa. Il tema della giornata mondiale sarà “Salute mentale per tutti” e quale modo migliore di celebrarla, se non sentire le voci di “tutti”: peruviani, italiani, argentini… e molti altri si potrebbero aggiungere. Vorremmo che si parlasse di salute mentale con orgoglio, con resilienza, senza vergogna. Ci piacerebbe toccare persone che non si sono mai imbattute in questa tematica, lasciare loro qualcosa dentro, un piccolo pensiero di sensibilità e umanità. Vorremo dare solo il nostro piccolo contributo a qualcosa che tocca la vita di ciascuno di noi: la salute mentale.

Andrea e Giacomo, come da vostra mission (n.d.r “More than Motions”) vi siete resi disponibili a produrre il documentario “In viaggio con la mente” per il grande impatto emotivo che ha suscitato in voi la tematica, senza, di conseguenza, aver stabilito a priori lo storytelling e aver avuto la possibilità di dirigere le riprese. Una sfida che vi ha portato a vincere il premio come miglior colonna sonora all’Oniros Film Awards 2020 (n.d.r. musiche originali di Daniele Marino, musicista e collaboratore di Keymotions) e la selezione al Conquering Disabilities with Film International Film Festivals. Data la vostra esperienza nella produzione di contenuti multimediali, quale potenziale avete visto nelle riprese di Chiara e Federico e che ha suscitato in voi il desiderio di offrirvi di produrre “In viaggio con la mente”?

  • Giacomo: Una psicologa che si reinventa documentarista e un tecnico audio che si occupa di tutta la parte tecnica, video compreso che ci propongono un documentario sulla salute mentale in Sud America, cosa poteva mai andare storto? Tutto, oppure no. Sinceramente non ci vedevo un gran potenziale, ma a volte ti devi fidare, soprattutto se le persone di cui ti devi fidare sono splendide. Avevano ragione loro, hanno realizzato una gemma, quando ho visto la prima stesura mi sono commosso ed emozionato tantissimo.

Quali sono state le maggiori difficoltà riscontrate nella produzione del documentario sulla salute mentale in America Latina “In viaggio con la mente” e come le avete affrontate e risolte?

  • Giacomo: Il lavoro grosso l’abbiano fatto in montaggio e nella colonna sonora. Federico ha eseguito molto bene le riprese audio in Sud America, questo ha facilitato molto il nostro lavoro di mix. Non ci sono state molte difficoltà, se non quelle tipiche delle riprese in esterna, con i disturbi ambientali che entrano come clacson, voci di persone etc…
  • Andrea: Affrontare un documentario con un processo di ingegneria inversa è abbastanza complesso; Chiara e Federico sono partiti con un’idea, ovvero raccogliere delle testimonianze da parte degli operatori di un centro di salute mentale e dei loro ospiti, oltre al progetto di viaggio in sé. Il nostro compito, al loro ritorno, è stato quello di visionare tutto il materiale, selezionarlo e montarlo in modo che il risultato fosse un documentario con una struttura narrativa su più piani,  con una colonna sonora e con un senso compiuto dal punto di vista dello storytelling.

Per realizzarlo abbiamo deciso di organizzare una piccola squadra di professionisti e collaboratori per tradurre tutti i testi dallo spagnolo all’italiano, strutturare una sceneggiatura di base e poi procedere al montaggio. È stato un lavoro di affinamento progressivo: siamo partiti da una struttura macroscopica per poi andare progressivamente a ridurre, fino ad ottenere un prodotto della durata adeguata alla comunicazione digitale.

Molto spesso chi desidera raccontare tematiche sociali così complesse e stigmatizzate, ha a sua disposizione budget limitati, nessuno sponsor nè sovvenzioni e attrezzatura professionale, eppure il pubblico oggi come oggi richiede e apprezza contenuti realistici, in grado di affrontare argomenti che sempre di più coinvolgono tutti noi (la salute psicologica in primis (anche a seguito della pandemia che stiamo attraversando). Che consiglio vi sentite di dare a chi aspira a realizzare un documentario, pur non avendo grandi budget e strumentazioni adeguate?

  • Giacomo: Di fissare comunque un limite qualitativo invalicabile verso il basso. Piuttosto sceglier di diminuire il minutaggio, perdere dei dettagli, ma mantenere una qualità audio-video adeguata. Altrimenti si rischia di buttar via il poco budget a disposizione e molto tempo.
  • Andrea: Gli stessi che abbiamo dato a Federico e Chiara prima della partenza: scegliere bene le scene, le inquadrature, i tragitti, gli obiettivi e i luoghi in cui recarsi prima di girare qualsiasi ripresa. Inoltre, abbiamo consigliato loro di pensare chiaramente all’idea del proprio racconto e del suo sviluppo dall’inizio alla fine. Si può girare un documentario anche con uno smartphone, l’importante è sapere cosa si vuole ottenere.

Come accennato, “In viaggio con la mente” sarà presentato al grande pubblico il 10 ottobre 2020 in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale ma abbiamo appreso che verrà divulgato in una versione non convenzionale grazie alla collaborazione con Creativi Digitali e Progetto KoBI, format digitale di cui Keymotions è partner… in parte a causa dell’impossibilità di ritrovarsi in eventi fisici di grande portata e un po’ perché il desiderio è quello di poter raggiungere e sensibilizzare più persone possibili riguardo l’importanza della prevenzione in relazione all’equilibrio mentale. Ci potete fornire qualche anticipazione? Come, dove e quando potremo vedere il documentario “In viaggio con la mente”?

  • Andrea: Purtroppo, come sappiamo bene tutti, siamo in una situazione estremamente complessa e delicata per quanto riguarda la presentazione di qualsiasi tipo di novità. Organizzare un evento, ora come ora, è difficile e sofisticato ed è anche più costoso di prima. Inoltre , in questo caso, non avremmo neanche la garanzia di riuscire a raggiungere un numero adeguato di persone per tutta una serie di motivi legati alle normative vigenti relative agli eventi. Basandoci su questa riflessione abbiamo deciso di lanciare in anteprima digitale e via social network il documentario “In viaggio con la mente” in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale.

Sarà un evento digitale fruibile da chiunque sul web: proietteremo in anteprima il documentario su più piattaforme e tramite social network, disponibile in lingua originale ma con sottotitoli in italiano, spagnolo e inglese. In questo modo riusciremo a raggiungere un pubblico più ampio, anche grazie alla possibilità di introdurre elementi innovativi e trasformando l’impossibilità di incontrarci dal vivo in un’opportunità. La collaborazione con Creativi Digitali in merito al Progetto KoBI, infatti, snasce proprio da queste riflessioni: aprire il mercato degli eventi ad una forma di intrattenimento digitale che permetta di superare le barriere e le limitazioni dovute all’attuale situazione sanitaria internazionale. 

In attesa di poter vedere la versione integrale del documentario sulla salute mentale in America latina “In viaggio con la mente”, vi invitiamo a scoprire il trailer e a continuare a seguire Keymotions tramite i canali social Facebook, LinkedIn, Instagram e YouTube.

Un commento su “In viaggio con la mente: un documentario sulla salute mentale in America Latina

  1. Delicato per immagini e musiche e parecchio interessante per la qualità della indagine e assunzione di visione “altra” della condizione del disagio mentale in posti e condizioni così lontani ma ,credo, a noi ben conosciuti perchè è anche la nostra….

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